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Tuesday, November 27, 2007

Vita da backpacker 1

Ciao a tutti!

Sono arrivato a Perth ieri, ritrovando con piacere alcuni amici lasciati qui il mese scorso.

In questo periodo si comincia a sentire il "Christmas rush", si fa fatica a trovare alloggio, c'è gente qui che cambia stanza (i fortunati) o ostello (gli altri) tre-quattro volte a settimana.

Ho deciso di fuggire per un po', c'è da lavorare in una fattoria a Beverley a circa un paio d'ore dalla città: niente animali, solo alberi di sandalo, che spero stiano fermi con le radici ben piantate in terra.

Per il resto niente da segnalare, a presto!

Sunday, November 25, 2007

Abrolhos Islands

Ce l'ho fatta!

Dopo due giorni di ricerca, ero quasi sul punto di mollare il colpo e andare a Perth, ma ho trovato un operatore che fa voli giornalieri, per chi fosse interessato segnatevi il contatto:

Batavia Coast Air Charters 99215168 http://www.abrolhosbat.com.au/

Con 200 $ vi porta in volo su East Wallabi Island, fate snorkel e camminata sull'isola alla scoperta dei suoi abitanti.

Appena arrivato a Geraldton, salutata Nicola che si è diretta a Perth (ciao! spero di rivederti!), sono entrato al Visitor Centre dove mi hanno spiegato che le isole non sono a un tiro di schioppo, con traghetti giornalieri tipo Rottnest Island a Perth, ma sono a 60 Km (!) dalla costa e ci vogliono 3-5 ore di barca per arrivare.
In alternativa ci sono aerei e elicotteri da turismo per voli panoramici.

Non mi do per vinto e dopo aver preso alloggio al locale ostello vado al dive shop, dove mi arrivano due mazzate in un colpo solo: il corso sub costa sui 500$, la crociera sui 1000$ (mazzata 1) ma niente corsi e crociere fino a metà dicembre circa (mazzata 2).
L'elicottero al momento non c'e (la compagnia che faceva i voli l'ha venduto e si è ritirata) per cui il pomeriggio l'ho passato a cercare lavoro in città in prospettiva di dover stare qui un mese in attesa del corso.

Come ho poi scoperto Geraldton vive di pesca, soprattutto aragoste ( crayfish), e la locale industria di confezionamento impiega più o meno tutto il paese più quasi tutti i backpackers di passaggio (soprattutto asiatici, come ho potuto notare dal numero di divise appese ad asciugare all'ostello).
Purtroppo la stagione della pesca è già iniziata, per cui non ci sono posti disponibili praticamente da nessuna parte; anche alle job agency mi spiegano che se non trovo qualcosa nei pub/ristoranti, mi tocca aspettare il periodo natalizio (!).

Forte della volontà di andare sulle isole torno all'ostello e a cena incontro il mio compagno di stanza, Declan, irlandese e maestro di diving!
Quando si dice il destino!
Ovviamente anche lui e qui per le Abrolhos per cui uniamo le forze per cercare di andarci prima di Natale.
Intanto che siamo qui vorremmo fare un po di snorkel, e seguendo il consiglio della ragazza al dive shop, il pomeriggio, dopo il giro a mollare curriculum a destra e a manca ci rechiamo al faro. Una passeggiata ci ha detto, sì, ma di 4 chilometri sotto il sole.
Arrivati in zona diamo un'occhiata alla riva, c'e un vento che ti si porta via, le onde sbattono sulla spiaggia, non sembra esattamente il posto migliore per fare snorkeling ma ormai siamo in ballo e cosi ci buttiamo dentro.
Inutile dire che non si vede un tubo, in mezz'ora avro visto due (2) pesci, oltre a un mare di alghe.
Avendo perso di vista Declan, facendo snorkeling con 4-5 metri di oceano vuoto e mosso sotto i piedi mi e cominciata a suonare nella testa la musica de "Lo Squalo", e mi e balzato all'improvviso il ricordo dell' acquario a Perth, con la mappa degli avvistamenti dello squalo bianco che passa proprio di qui.
Lo so, è solo suggestione e infatti dopo 5 minuti sono fuori dall'acqua, che scruto l'orizzonte in attesa che Declan esca a sua volta.
Torniamo all'ostello con le pive nel sacco, e ancora piu voglia di prima di andare alle isole.

Alla sera di sabato, mentre siamo a cena, il manager dell'ostello tira fuori l'asso: una brochure che non si trova al Visitor Centre o in giro, per volo + snorkel + esplorazione tutto in giornata, non è avventuroso come speravamo, ma a questo punto va benissimo.
Telefoniamo subito e ci dicono che richiameranno domenica mattina per confermare la disponibilita..
Domenica mattina sto dormendo della grossa quando vengo svegliato da Declan, già pronto con la borsa in mano, dai che si parte! Non ci credo!
In 20 minuti siamo fuori ad aspettare il taxi per l'aereoporto.

Lì incontriamo agli uffici della compagnia la manager e i piloti, sembra una compagnia di catering; scopro che il nostro pilota ha preso il brevetto due anni fa, magari prima faceva il lattaio..
Sull'aereo siamo in sei più il pilota, è la prima volta per me su un aereo da turismo per cui faccio la figura del turista giapponese che fa foto dappertutto, alla cabina, ai comandi e alla pista.
Si parte! Voliamo per circa mezz'ora sopra l'oceano a bassa quota, e all'improvviso sono li, le Abrolhos Islands!

Dopo il volo panoramico atterriamo sull'unica pista minuscola a East Wallabi Island e a piedi fino a Turtle Bay.
Lungo la strada troviamo numerose lucertole e dei wallaby!
Sulla terraferma sono praticamente impossibili da avvistare ma qui vivono tranquilli e non sembrano troppo spaventati dai turisti.
Arrivati alla spiaggia ci prepariamo per entrare in acqua, ma prima ci vuole un caffè.
Sono con la tazza in mano mentre Declan avvista un delfino rimasto intrappolato nel reef: prontamente entra in acqua e gli resta vicino fino a che non trova la strada per uscire in mare aperto.
Entriamo nell'oceano con cautela, qui il reef corallino cambia in continuazione, un momento nuoti in 5 metri d'acqua e il momento dopo un'onda ti mette tra due file di coralli affilati come rasoi, non per niente il nome Abrolhos (contrazione dal portoghese per "apri gli occhi").
Questo arcipelago è stato teatro di numerosi naufragi, gli esperti dicono più di 50.

Fare snorkeling qui è emozionante, la barriera è diversa da quella di Ningaloo a Coral Bay, qui si passa dalla sabbia, alle rocce, ai coralli, alle foreste di gorgonie, alle alghe, e il tutto in poche centinaia di metri!
Veramente unico, senza contare il fatto che possiamo imbatterci in un forziere pieno di dobloni.. Magari no, qui ci nuotano turisti tutti i giorni, ma non si sa mai..

Declan in acqua è davvero l'uomo-pesce, si immerge come un sommergibile e sta sotto a osservare, trovando cose che noi umani neanche sospettiamo: dove io vedo solo sabbia, lui trova la tana di un polipo (con polipo incluso), in mezzo a moltitudini di coralli multicolori lui vede i nudibranchi, molluschi coloratissimi lunghi pochi centimetri, e un'infinità di altre creature marine, che mi indica di volta in volta.
Mi sento come un bimbo delle elementari, ne devo fare di immersioni!

Purtroppo il tempo non ci aiuta, e verso ora di pranzo le nuvole e il vento ci costringono a uscire, tremanti nonostante la muta, dove ci aspetta il pranzo sulla spiaggia.
L'anziana coppia insieme a noi si avventa sul buffet che sembra non vedano cibo da giorni, per poco non mi tirano via il panino dalle mani, eppure non hanno mosso un dito fino adesso, a parte la signora, che è entrata in acqua con fare leggiadro giusto il tempo per spaventare i pesci e quasi spingermi sui coralli, li ho schivati per un pelo.

Dopo mangiato abbiamo giusto il tempo per una veloce escursione sull'isola, che ha un numero impressionante di abitanti, soprattutto wallabies e uccelli marini.
Di leoni marini non c'e traccia, ma durante il ritorno dall'aereo Declan vede una balena!
Ma che ha? La vista di un falco :-)

Lunedi sono andato al Western Australian Museum a Geraldton, dove nella Shipwreck Gallery (Sala dei Naufragi) mi sono immerso nelle storie di relitti e recuperi.
Qui davvero c'è stata una corsa all'oro per i sub, finita verso gli anni '80, quando il governo ha deciso di impedire l'acceso all'isola, oggi è visitabile solo con i tour autorizzati, peccato..

Chissà quanti altri misteri si nascondono in quei fondali..

Friday, November 23, 2007

Geraldton

Rieccomi!

Vi scrivo da Geraldton, dove sono arrivato ieri..

Ormai la febbre delle immersioni e snorkeling si è impadronita di me, per cui sto organizzando per andare a fare diving alle Abrolhos Islands, un arcipelago a 55km dalla costa di Geraldton.

Spero di riuscire nell'impresa, è piuttosto costoso, ci sono solo due o tre operatori e per il momento non ci sono viaggi in programma (aspettano la stagione natalizia), vi terrò aggiornati.

CIAO!!!

Thursday, November 22, 2007

BUON COMPLEANNO DENIS!!















Oggi niente post sull'Australia, ma invece gli auguri di buon compleanno al mio fratellino che fa 29 anni, e ormai non e piu tanto -ino, e anche se non ci vediamo praticamente mai non vuol dire che non gli voglio bene.
Ancora tanti auguri e passa una buona serata!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Coral Bay

Ciao!

Dopo l'avventura a Manberry, ricomincia il mio girovagare per il WA.
Vi scrivo da Coral Bay, che dal bush è una bella differenza!

Lunedi 19 ho finito con le pecore e il pomeriggio mi sono fatto portare a Minilya Roadhouse.
Da lì mi hanno detto che è facile trovare un passaggio per Coral Bay: ovviamente parlavano dell'alta stagione, per cui trovandomi nel deserto dei tartari, ho aspettato 7 ore (sic!) e all'una di notte e arrivato il Greyhound.
Vi tralascio le vicissitudini per arrivare e il fatto che non avendo prenotato la camera ho dormito sulla moquette della hall.
Alla mattina prendo una camera e sono felice come una pasqua: entrato in camera la bella sorpresa di trovarla abitata da una splendida creatura, Nicola (con l'accento sulla a, alla francese), medico tedesco che dopo alcuni mesi di lavoro all'ospedale di Adelaide si sta godendo l'Australia prima di ritornare a casa ad Amburgo.
Andiamo in spiaggia a fare snorkeling e mi rendo conto di quanto questo posto sia eccezionale: quasi selvaggio (per gli standard europei, per loro è una città, con UN ostello, UN caravan park, DUE caffe, UN minimarket che hanno il coraggio di chiamare super-, oltre a diversi tour operator per immersioni, barche a fondo trasparente e quant'altro) e il reef corallino sta a 200m dalla spiaggia! Non serve altro che pinne e maschera, e in cinque minuti sei in mezzo alla foresta dei coralli, popolata da razze ( ne ho viste diverse, grandi e piccole), squali di barriera (visto), mante (per quelle ci vuole il tour, non le ho viste), tartarughe (viste), oltre a un numero incredibile di pesci di ogni tipo, stelle marine, molluschi e praticamente ogni specie di corallo.
Lo so che per chi fa diving è la norma, ma per me è la prima volta che vedo un reef e se permettete sono davvero entusiasta!
Questo e quello che cercavo in Australia!
Per il resto il paesino è popolato quasi esclusivamente da turisti (gli autoctoni saranno 14 o 15) e se vai a prenotare un tour non ti richiamano per confermarti il posto, la conferma arriva con bussata alla porta della camera!
Sembra di stare a casa di amici, bizzarro ma piacevole.

Mercoledi sera abbiamo assistito alla proiezione all'aperto di un documentario autoprodotto da RAWA, la scuola indipendente che insegna ai bambini aborigeni nell'outback.
Quello che abbiamo visto era della comunita di Punmu, a 800 km da Port Hedland.
Una volta l'anno ai bambini e agli insegnanti concedono una settimana di vacanza a Coral Bay.
E' commovente vedere che molti di loro , soprattutto i più piccoli, non hanno mai visto l'oceano (gli ci vogliono 4 giorni di bus per arrivare qui!).
Mi fermo a parlare con uno degli insegnanti, un ragazzo di Gold Coast veramente entusiasta.
E' bello vedere l'impegno che mettono per cercare di trovare un equilibrio tra la cultura aborigena e quella "occidentale".
I primi due giorni a fare snorkel dalla spiaggia sono stati grandiosi, ma per il terzo e ultimo giorno (il posto è carino ma la roba qua costa 3 volte il normale) decidiamo per crociera con catamarano. Consiglio: questo è il periodo perfetto perchè non c'e tanta gente, si trova posto dappertutto e gli operatori praticano sconti.
Tanto per dire: 4 ore in catamarano, pranzo e snorkel gear inclusi, 65$ (36 euro!).
In barca eravamo in 5, praticamente una crociera privata!
Il ritorno verso il molo io e Nicola ce lo siamo fatto in boomnetting, che è quella rete che i catamarani hanno a poppa, dove ti sdrai sopra (ma è meglio aggrapparsi, tanto per non restare per strada) e fai una sorta di body surfing, insomma ci siamo divertiti parecchio!
Altri due amici, Adrian e Kat, hanno preso il tour per vedere le mante: le hanno viste ed è stato figo nuotare con loro, però il barcone aveva 37 persone e bisognava fare i turni per scendere in acqua (120 $ circa per 5 ore, pranzo e snorkel gear compresi).

La fine della giornata si e svolta ciondolando all'ostello (anche qui alle 17.30 chiude tutto) in attesa del Greyhound a mezzanotte.
Sempre di notte partono, ma questi c'hanno problemi, saranno mica vampiri? :-)


Monday, November 19, 2007

You Learn To Get Strong!

Impara a diventare forte!

Questo è stato il motto di David Gooch, l'allevatore Aussie per il quale ho lavorato negli ultimi 18 giorni.
E' forse il concetto più intenso con il quale ho avuto a che fare negli ultimi anni, più che un concetto una filosofia di vita.
Dopo che gli stage estivi si sono imborghesiti fino a sparire, mi sono trovato faccia a faccia con persone che lavorano per 15 ore nel bush, a 42 gradi (e siamo in primavera!), maneggiando pecore di 80-90 Kg l'una come fossero gattini, in mezzo al caldo soffocante, nubi di polvere rossa che si alza ogni volta che gli animali si muovono... e le mosche!

Solo chi e stato in Australia puo' capire.. Migliaia!

Citazione da Bill Bryson: ".. la mosca australiana vuole farvi delle cose che voi con un cotton fioc non vi sognereste mai di fare ..".

Loro non fanno una piega! Non sono umani!
Bevono pochissimo, 2-3 litri in tutto il giorno (io 6) e a pranzo mangiano un panino minuscolo e dopo mezz'ora sono di nuovo al lavoro! Alle 14! 42 gradi!
Il periodo piu pazzo della mia vita, dove ho veramente "tirato fuori" tutte le risorse che possiedo! Lo consiglio a chiunque voglia scoprire i propri limiti.
Ma cominciamo con ordine..

La sera prima di partire abbiamo fatto festa io e il mio amico Mathieu, un francese fuori di testa con il quale ho fatto amicizia all'ostello.
Durante la cena il contadino, David, mi chiama per confermare che mi viene a prendere a Carnavon per andare in fattoria, e quando alla sua domanda scopre che non ho mai lavorato in una "station", si mette a ridere a crepapelle.. ci sara da divertirsi, credo..

Il viaggio da Perth a Carnavon in autobus è andato abbastanza liscio, a parte il fatto che dura 14 ore ( in realta' 15 perche' la cinghia di distribuzione ci ha mollato a 100 Km dall'arrivo, solo grazie a un Aussie meccanico pazzo che avevamo a bordo ci siamo evitati di aspettare 7 ore che arrivasse l'autobus di riserva).
Nella notte siamo atterrati a Carnavon, 8000 anime, qualcuna urlante e ubriaca in strada per la notte di Halloween.
Prendo una stanza al Port Hotel insieme a Paul, irlandese che sara il mio compagno di lavoro alla fattoria.
Anche se ha solo 18 anni è un omone il doppio di me e lavora in Irlanda nella fattoria dei nonni quindi ha gia un grosso vantaggio su di me, che non ho mai lavorato con animali prima d'ora (a parte il salumificio, ma quando arrivavano in laboratorio erano già morti).
Alla mattina ci aggiriamo nell'ostello deserto in cerca di colazione che non troviamo, per fortuna ho pane e miele e ci arrangiamo.
Quando arriva David, guardandolo mi rendo conto in guaio mi sono cacciato: rosso come un mattone, duro come un muro di mattoni, una stretta di mano tipo caterpillar.
Ho pensato: come faccio a diventare come lui in 2 settimane?
Spero di non morire nel tentativo.. dopo la spesa per il periodo di lavoro ( sì, perche finche si lavora non vedremo più la civiltà, la station è a 124 Km da Carnavon) si parte a bordo del suo Nissan Patrol pick-up ( che qui chiamano hood) dove in tre si sta stretti, per fortuna sono piccolo e sto stretto in mezzo.
L'interno è ricoperto di sabbia rossa e capisco che è con questo mezzo che si va in giro sia in città che nel bush, finestrini sempre abbassati e chi se ne frega..

Arriviamo a Manberry, la station, a pomeriggio inoltrato e ci sistemiamo nelle camere.
La casa è enorme e anche se ha circa 40-50 anni è tenuta bene, pulita per quanto puo' esserlo una bush homestead e con un giardino impressionante, verde e tagliato tipo campo da golf.
C'è la piscina e perfino la tennis court in erba, con tanto di illuminazione!

Appena arrivati David ci presenta alla sua mamma (avrà 45 anni e vive ancora da solo con la mamma, e poi dicono di noi italiani!): anche Mrs Gooch ha il tipico color mattone che ti viene quando vivi nel bush per 40-50 anni, anche se i segni degli orologi, delle magliette e dei calzini (perche lavorano in shorts) rivelano che il loro colore naturale è il bianco lavandino.
Loro sono i white fellas (fossero in USA sarebbero red nexs, ma tant'e..) e mentre ci parlano a cena vengono fuori con discorsi sugli aborigeni ("black fellas"), gli inglesi, la gente di citta', i canguri e chi più ne ha ne metta: insomma in una parola ce l'hanno un po' con tutti ( un po' come i leghisti da noi ), un po' lunatici e con le fisime tipiche di chi vive da solo e non è abituato ad ospitare estranei (io e Paul siamo i primi, di solito chiedono aiuto a parenti e amici), insomma tutto nella norma.
Andiamo a dormire presto perche domani la sveglia e alle 6.30, che per loro è tardi, ma a quanto ho capito i primi giorni sono di "acclimatazione", quindi niente pecore ma solo fencing (recinzioni)..

Il primo giorno fila via liscio, a parte il caldo pazzesco, la polvere e le mosche, che io uso come esercizio Qi Gong per il rilassamento (alla sera riesco a fare Tai Ji anche con le mosche in faccia, anche se le prime volte non è per niente facile) e Paul per farsi venire un esaurimento nervoso.

La vita scorre per i primi tre-quattro giorni a sistemare le recinzioni elettrificate, che sono in cavo metallico.
Nota: non ci sono guanti, per cui vi lascio immaginare come sono le mani dopo tre giorni a tirare cavi metallici roventi, a mani nude o usando pinze anch'esse roventi.
Impariamo cosa vuol dire lavorare alla station, dove per parte della giornata si sta sulle piste perchè da un recinto all'altro magari ci sono 20 Km, magari di più: questa è considerata una station piccola e conta 85000 ettari, più grande del Lichtenstein, con 600 vacche, 5000 pecore, svariate capre, oltre a un numero indefinito di canguri, uccelli di ogni specie, lucertole, bacherozzi, ragni, serpenti e chi piu ne ha ne metta..
Domenica, giorno 4, a cena arriva Hennie, che da domani ci dara una mano con le pecore: trattasi di contadino sudafricano che da otto mesi è in vacanza in WA.
Sì perche per lui vacanza significa girare le station del WA lavorando con vacche e pecore e ammazzandosi di birre la sera, un soggetto da studio..
Giorno 5, a colazione David mi guarda negli occhi e mi fulmina con queste parole (che vi traduco): "preparati, perche ti giuro che oggi avrai una giornata pesante, e intendo veramente pesante".

Non c'e bisogno di aggiungere altro, se non che ho avuto un leggero brivido alla base del collo e ho chiesto all'entita che domina l'universo la forza di finire almeno questa giornata.

Non so come descriverla, se non con UN MAZZO TANTO, dalle 6.00 alle 22.30 con breve pausa per mangiare un panino nel bush.
Le pecore sono tante, non finiscono più, e non vogliono saperne di collaborare, ognuna vuole essere spinta su nel camion, e una volta arrivati allo "shed", dove vengono divise per tipo e marchiate, tirate giù a forza dal camion una a una.
Pesano dai 45 ai 90 Kg e hanno una forza impressionante, specie i maschi ("rams") che non esitano a incornarti alla prima occasione in cui gli volti le spalle.

La differenza vera con le fattorie in Europa è questa: essendo gigantesche e con numeri di capi enormi (le station normali hanno dalle 50000 alle 80000 pecore), non è possibile tenere le bestie tutto il tempo sotto controllo, per cui crescono e si riproducono allo stato brado facendone a tutti gli effetti degli animali selvatici, tanto che vanno trovati seguendo le piste con le moto e messe nelle trappole con un gioco strategico degno di un generale romano.
Gli si fa "trovare" l'abbeveratoio posto in un recinto provvisto di entrata e uscita a senso unico, tipo porta girevole, loro lo usano per qualche giorno, e quando si sono abituate si va di notte e si chiude l'uscita, cosi alla mattina si trova il recinto pieno di pecore belanti.
Provate a convincerli a salire su un rimorchio, magari dopo che gli avete messo un orecchino di plastica con una pinza.
Se è un maschio gli dovete pure tagliare le corna, con un pinzone tipo per tagliare le catene di ferro.
E' normale che siano un po' alterati e anche se hanno paura dell'uomo, o forse proprio per questo, non esitano ad approfittarne per usare la loro durissima testa cornuta contro di voi..

Giorno 6, alla mattina riceviamo la defezione di Paul, che dopo un alterco con David ieri sera (alle 22.30 ancora non avevamo finito di scaricare il rimorchio, hanno cominciato a litigare e abbiamo lasciato meta delle pecore dentro al camion) e una riga di incornate ha deciso di andarsene: da oggi siamo io, David, Hennie e Mrs Gooch (che tutti chiamiamo Mom): la mattina parte sotto i migliori auspici: appena arriviamo allo shed le pecore saltano giu dal rimorchio da sole e vanno nel recinto, esaudendo la mia preghiera della sera prima.

Mi guardano come se avessi compiuto una sorta di miracolo :-)

Il resto della settimana non va malissimo, anche se devo dare fondo alla scorta di emergenza di Big One (per recuperare, visto che dormiamo 3-4 ore per notte e ne lavoriamo 14) e di crema magica (per le botte, ormai le ginocchia sono così gonfie che si piegano la metà del normale e ho le tibie di un thai boxer).
Complice il fresco non troviamo più tante pecore da giovedì, non fa abbastanza caldo per convicerle a cercare l'acqua (ma quanto coriacee sono? sembrano cammelli!) e Hennie mi spiega che se continua cosi il lavoro andra per le lunghe, magari un mese (!).

Domenica, giorno 11, la giornata procede come al solito ma dopo cena David mi prende da parte e mi dice che fino adesso era il riscaldamento, da domani comincia il lavoro serio, e che se voglio mollare questa e l'ultima occasione..
Ovviamente gli dico che continuo, sapete che sono pazzo..

Mi convinco che lo faccio per i soldi, ma in realtà anche se è veramente dura ogni giorno il corpo si adatta, sia all'ambiente che al lavoro e alla fine della settimana sono un altro: bevo la metà dell'acqua che mi porto dietro, e spingo pecore come un caterpillar; davvero non mi riconosco piu.
Giovedì sera arrivano due amici di David, Longy e Tania, che ci daranno una mano fino a domenica: di solito lavorano con le vacche, che sono molto piu tranquille, per cui non sono molto entusiasti, però ci sanno fare, soprattutto Longy.
E' bello avere una mano, andiamo il doppio più veloci, magari riusciamo a finire domenica..

Sabato viene Warren, il vicino di David, un omone gigantesco, a riprendere le sue pecore che hanno sconfinato a Manberry e si ferma a darci una mano la mattina.
Vedo un allevatore Aussie al lavoro: quando una pecora gli porta via la pinza (che tutti usano con due mani, tanto è dura da chiudere), senza pensarci due volte prende la medaglietta di plastica e la chiude all'orecchio della ribelle usando DUE DITA!
Solleva pecore scalcianti di 90 Kg e le trasporta in grembo da un recinto all'altro come niente, PORCO ZIO..
Il pomeriggio, poco prima di finire a Hennie scappa un maschio enorme dal recinto prima che potesse tagliarli le corna ( i piu grossi saltano le recinzioni manco fossero cavalli) e mi urla di dargli una mano: corro, salto il recinto e seguendo le sue istruzioni urlate in fretta mi metto a cavalcioni del bestione e afferro le corna tipo manubrio: a questo punto Hennie gli lascia libere le zampe, mettendomi nella curiosa situazione di cavalcare la bestia impazzita tipo rodeo, il tutto tra le risate generali.
Ormai sono parte del gruppo, quando ti fanno gli scherzi vuol dire che sanno che te la sai cavare e non c'e pericolo, infatti con sorpresa di David, ma anche mia, stendo la bestia con uno strangolamento Qin Na (grazie Ste) e lo metto seduto pronto per taglio e messa in piega.

Domenica, giorno 17, alle 19.30 tagliamo l'ultimo paio di corna e andiamo a manetta per la pista sterrata verso l'homestead, dove ci aspetta una carovana di birra con una grigliata gigante (ovviamente di pecora): FINITO!!!!!!!!!!!!!

Non ci credo, e quando David mi chiede una mano per l'indomani mattina, pulire, tirare via le trappole e portare i rams in un'altra zona, gli dico di si senza problemi, ormai è finita e per mezza giornata è come essere in vacanza.

Lunedi, giorno 18, alle 13.30 finiamo, e dopo pranzo faccio l'ultima lavatrice, e impacchetto la mia roba, destinazione Coral Bay.

David mi prepara le scartoffie per le tasse e la paga e non la finisce piu di farmi i complimenti, quasi arrossisco, in fin dei conti non ho fatto niente di speciale: sapevo dall'inizio quanto sarebbe durato il lavoro e ho solo regolato le forze per resistere il tempo necessario, fosse durato di più penso mi sarei smontato per strada tipo Lego, ma lui mi dice che neanche i lavoranti delle station durano tutto il periodo della marchiatura, di solito si danno il cambio ogni settimana.

Ma cosa volete, mi hanno addestrato benino.. (grazie Andrea, Stefano e Pierka).