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Tuesday, January 15, 2008

The Great Ocean Road

Siamo giunti a Melbourne e abbiamo trovato sistemazione in ostello, ma lo sbattimento per trovare un letto meriterebbe un'altra puntata di "vita da backpackers".

Siccome non è un granchè interessante leggere di gente che arriva a Melbourne alle sei di pomeriggio durante gli Australian Open e pretende di trovare un ostello in centro senza aver prenotato, passiamo oltre.

Sabato siamo partiti da Adelaide in leggero ritardo sul programma, un banale contrattempo ci ha fatto stare all'autonoleggio un paio di ore più del previsto: per un fraintendimento telefonico, la nostra auto non è una Mitsubishi Lancer, ma una Hiunday Getz!

Capite bene il nostro disappunto nello scoprire che il nostro viaggio lo dobbiamo fare in una scatola di sardine!

Superato lo shock impacchiamo la nostra roba e noi stessi dentro la lattina, e via!

Io sono l'autista della giornata, anche perchè l'auto l'ho noleggiata col mio nome per risparmiare, anche qui sotto i 25 anni l'assicurazione è una mazzata!

Guidare a sinistra è strano ovviamente, le mie uniche esperienze con la guida al contrario sono in fattoria col Nissan Patrol di David, ma nel bush non ci sono gli incroci coi semafori!

La mattina va via per uscire dal South Australia, passando attraverso la foce del Murray River, il fiume piu grande del Paese, che buttandosi nell'Oceano Meridionale forma una delle più spettacolari wetlands mai viste, il Coorong National Park.

Ci fermiamo per uno spuntino a Meningle, ridente cittadina (ma neanche troppo..) lungo la strada, e non possiamo fare a meno di notare quanto questi paesetti fuori città si assomigliano tutti.

Sì lo so, è il solito stereotipo, ma davvero ne avrò visti qualche decina e nella memoria mi si sono amalgamati come una colata di cemento, un unico conglomerato fatto di strada principale, negozi lungo la strada pricipale, stazione di servizio, giardinetti e occasionalmente Visitor Center.

Continuiamo fino a Mount Gambier, la meta del pomeriggio: siamo nella zona dove un tempo l'Australia aveva un attività vulcanica come qualsiasi altra zona del mondo, prima di andare in letargo, e per questo ospita alcuni laghi vulcanici come il Blue Lake.

Il viaggio prosegue quindi verso nord, ci allontaniamo dalla costa per dirigerci verso la nostra meta per la notte, Halls Gap, all'interno del Grampians National Park.
La strada procede in mezzo a campi di grano interrotti dal bush, per ore e ore, in un delirio di sole che dopo un po' ti può mandare fuori di testa, ma è sempre meglio che guidare dopo il tramonto, con il rischio di un incontro ravvicinato con la fauna locale.
Ricordo ai più distratti che al tramonto i canguri cominciano a muoversi in cerca di cibo, attraversando le strade senza guardare e finendo nei parabrezza delle auto: qui il bull bar non è un optional come in Italia!

Quando parti per un viaggio in macchina in Australia la cosa che si fa più fatica a tenere conto sono le distanze, sulla mappa la meta sembra sempre se non dietro l'angolo, a qualche decina di chilometri, mentre nella realtà sono piu di trecento (se ti va bene).

Alle 9 di sera quindi siamo in paese, anche se Halls Gap è più che altro una serie di resort e camping con qualche negozio.
Si tratta di una meta vacanziera per trekkers e rocciatori, non credo che ci abitino più di una trentina di persone.

Prendiamo alloggio al nostro ostello, che a dispetto della località "montanara" si rivela essere molto più pulito e accogliente di tutti gli ostelli in cui ho dormito in città, e dopo una doverosa doccia e pasta con le verdure, ci buttiamo sul divano per serata cineforum.

La mattina mi alzo presto per fare qualche bella foto all'alba e fare Tai ji, check out e partiamo direttamente dal parcheggio per un'escursione ai Pinnacles e Wonderland Lookout: si tratta della classica camminata che tutti i Great Ocean Roadisti fanno, un po' perchè porta via solo mezza giornata e un po' perchè e la più famosa per via del belvedere sulla vallata, con la classica foto dei pinnacoli di roccia che si trova su ogni guida turistica (anche sulla mia).

Pranziamo in paese e nel primo pomeriggio partiamo alla volta dell'Oceano Meridionale.
La G.O.R. ancora non l'abbiamo vista, dato che ufficialmente parte da Warnnambool, antico porto baleniero, fino a Torquay, il paradiso dei surfisti.


Oggi Ranil si sente di guidare, per cui mi rilasso e mi godo il paesaggio e anche se la prima metà della GOR non è cosi spettacolare, è sicuramente più interessante dei primi 650 Km in mezzo al nulla.
Lungo la strada ci fermiamo ai classici punti indicati sulla mappa per le foto da cartolina: sono mozzafiato, soprattutto dal pomeriggio al tramonto, col vento e le nuvole e il rumore delle onde sulle rocce a picco sull'Oceano.

Arriviamo a Port Campbell, ci sistemiamo all'ostello e andiamo a mangiare un panino veloce, passiamo al bottle shop per un cartone da 4 litri di bianco secco e corriamo ai 12 Apostoli, la formazione rocciosa piu famosa lungo la GOR, che nelle cartoline te la fanno vedere sempre al tramonto, quando il sole incendia i pinnacoli di roccia di sfumature giallo-arancio.

Purtroppo la giornata è nuvolosa e di colori non se ne vedono un granchè, con disappunto delle centinaia di persone che affollano i belvedere sull'Oceano, ammassati contro la ringhiera cercando di catturare i pochi raggi solari prima del buio, mentre noi tiriamo fuori il bianco, pensando che un sacco di gente ha le foto dei pinnacoli, ma ben pochi hanno fatto un brindisi qui (questo si deve anche al fatto che in OZ, come in USA, bere per strada è proibito dalla legge)!

La mattina il bianco ha fatto il suo dovere, specie con Anna e Ranil che lo hanno cullato fino a tardi, per cui oggi guido lento con meno scossoni possibili, per evitare di dover lavare la macchina..

Purtroppo (per loro) oggi la strada è tutta tornanti, per cui ogni tanto ci fermiamo per fare qualche foto e respirare la brezza oceanica.
A pranzo siamo a Apollo Bay, dove sulla spiaggia si cominciano a vedere nugoli di surfisti: da qui fino a Torquay praticamente ogni spiaggia è buona per il surf, per il fatto che la costa si trova al di sopra del 40 parallelo, nei "Roaring Forties", dove i venti dall'Antardide vengono compressi dall'atmosfera, creando getti che formano onde impressionanti anche nei giorni sereni.

Decidiamo di continuare e fermarci a Lorne, circa a metà strada, ma complice il caldo e il pranzo abbondante (senza contare i postumi della sera prima) in macchina ho una banda di abbioccati, per cui decido di godermi la vista da solo.

La sera arriviamo a Torquay, la fine della GOR, e dopo aver preso alloggio andiamo in spiaggia per le foto al tramonto: c'è un'atmosfera da fine del mondo, molto poetica: questa è la spiaggia dove avrò la mia iniziazione al surf!

La sera la passiamo in ostello, serata cineforum con il laptop di Anna, con noi c'è Alex, un surfista tedesco (quindi un zurfizta!)

La mattina check out e via in spiaggia!
Ranil si fa prendere dalla surfite, e ci lascia indietro portandosi via le chiavi della macchina, M.....CCI SUA!


Lo aspettiamo invano in spiaggia, ma non risponde al telefono, quindi decidiamo di noleggiare tavola e mute per conto nostro e ci buttiamo: io sono il primo, guardo gli altri con delle tavole che sembrano skateboard, io ho una G-board da principiante che è grande come la Getz, per cui è più facile starci in piedi, un po' meno manovrarla, per cui la prima mezz'ora va via a farsi trascinare dalle onde e a prendersi la tavola addosso, quando non sono impegnato a cercare di uccidere tutti quelli che mi stanno intorno.

Lascio la tavola alle ragazze per un po', nel frattempo ho trovato Ranil in acqua, si scusa per essere partito da solo ma la febbre del surf è incontenibile.

Prendiamo sberle dalle onde e occasionalmente riusciamo a mettere i piedi sulla tavola per un paio di secondi, e a fine pomeriggio dopo aver riportato l'attrezzatura in negozio andiamo a Surf World, il mitico mega outlet dei surfisti: Billabong, Rip Curl e le maggiori marche che qui vendono direttamente.
Scopriamo che dell'outlet ha solo il nome, forse l'aspetto, ma di sicuro non i prezzi!


Partiamo alla volta di Melbourne, l'avventura è praticamente finita, un'ora di autostrada e siamo nella grande citta, lontani dagli scenari magnifici della GOR, sostituiti da grattacieli, banche e centri commerciali, l'indomani mattina salutiamo la Getz, che nonostante tutto ha fatto il suo dovere (e anche di più) e ci dividiamo: Ranil ha il monolocale di suo cugino a disposizione, io e le ragazze siamo in ostello in centro.


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